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Adhd & Dsa

Ho voluto chiamare questo Percorso Umano “Da Vinci” per ricordare il nostro genio e creativo Leonardo Da Vinci.  

Si narra che Leonardo da Vinci fosse dislessico e che la parte dominante del suo cervello fosse quella destra: tratto questo comune tra le persone con ADHD.

Fare quest’associazione tra il Da Vinci, la dislessia e la Adhd è un invito alla speranza. 

 

 

ADHD

Il Deficit di Attenzione/Iperattività, o ADHD, è una sofferenza evolutiva dell’autocontrollo. Essa include difficoltà di attenzione e concentrazione, di controllo degli impulsi e del livello di attività. 

Questi problemi derivano sostanzialmente dall’incapacità del bambino di regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente. 

È bene precisare che l’ADHD non è una normale fase di crescita che ogni bambino deve superare, non è nemmeno il risultato di una disciplina educativa inefficace, e tanto meno non è un problema dovuto alla «cattiveria» del bambino.

L’ADHD e' una sofferenza, per l’individuo stesso, per la famiglia e per la scuola, e spesso rappresenta un ostacolo nel conseguimento degli obiettivi personali. Genera sconforto e stress nei genitori e negli insegnanti i quali si trovano impreparati nella gestione del comportamento del bambino.

Diventa necessario fare qualcosa per gestire il comportamento di questi bimbi e far capire agli altri adulti quale sia la reale natura del problema dell’iperattività. È necessario che tutte le persone, che interagiscono con i bambini con ADHD, sappiamo vedere e capire le motivazioni delle manifestazioni comportamentali di questi ragazzini, mettendo da parte le assurde e ingiustificate spiegazioni volte ad accusare e ferire i loro genitori, già tanto preoccupati e stressati per questa situazione.

COSA FARE?

I protocolli terapeutici che vengono programmati e realizzati per il trattamento dell’ADHD mirano a ridurre la gravità dei sintomi e a favorire un buon inserimento del bambino nel suo ambiente di vita. 

L’obiettivo, infatti, consiste nello sviluppare un adeguato benessere che dipende anche dalle relazioni con i genitori e con gli insegnanti. 

Di conseguenza, un trattamento che includa tutte le persone coinvolte nella vita del bambino con ADHD appare essere la risposta più efficace per contrastare le difficoltà innescate dal disturbo stesso. 

La terapia psicologica può articolarsi in diversi formati, dalla consulenza agli insegnanti, alla formazione dei genitori fino al training cognitivo e metacognitivo per il bambino (in alcuni casi può essere indicata anche la psicoterapia). 

 

 

DSA

I DSA sono soffernze del neurosviluppo che riguardano la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e fluente. 

Si manifestano con l'inizio della scolarizzazione. 

In base al tipo di difficoltà specifica che comportano, i DSA si dividono in: 

  • DISLESSIA: sofferenza specifica della lettura che si manifesta con una difficoltà nella decodifica del testo

  • DISORTOGRAFIA: sofferenza specifica della scrittura che si manifesta con difficoltà nella competenza ortografica e nella competenza fonografica

  • DISGRAFIA: sofferenza specifica della grafia che si manifesta con una difficoltà nell'abilità motoria della scrittura;

  • DISCALCULIA: sofferenza specifica dell'abilità di numero e di calcolo che si manifesta con una difficoltà nel comprendere e operare con i numeri.

 

Queste sofferenze dipendono dalle diverse modalità di funzionamento delle reti neuronali coinvolte nei processi di lettura, scrittura e calcolo.

Non sono causati ne' da un deficit di intelligenza ne' da problemi ambientali o psicologici o da deficit sensoriali.

Leggere, scrivere e calcolare per noi sono atti così semplici ed automatici che risulta difficile comprendere le difficoltà che riscontrano i bimbi o i ragazzi dislessici. 

Spesso questi ragazzi vengono erroneamente considerati svogliati e la loro intelligenza spiccata dà il via a valutazioni come "è intelligente ma non si applica".  

Questi ragazzi non hanno problemi cognitivi legati alla comprensione e, al di là' dello studio, sono intelligenti, vivaci, socievoli e creativi.

 

CONSIGLI PRATICI

  • cercare una valutazione diagnostica appropriata

  • cercare strategie di aiuto che maggiormente possano favorire l'apprendimento da parte del bambino

  • condividere il problema con tutti gli insegnanti

  • non cambiare classe o scuola al bambino

  • aiutare il bambino nelle attività scolastiche (es. leggergli a voce alta, ripetere insieme la materia da studiare)

  • rinforzare il bambino in ogni successo anche minimo che ottiene

  • evitare punizioni rispetto all'andamento scolastico, eliminando le ore di gioco e le attività di socializzazione ed evitare di sottoporre il bambino a esercizi interminabili ed estenuanti di lettura o copiatura

  • potenziare le condotte autonome del bambino sia in ambito scolastico che extrascolastico (utilizzo di strumenti tecnologici in cui il riconoscimento dei numeri è fondamentale come il telefono o il videoregistratore ecc.)

  • fare delle pause anche brevi durante lo svolgimento dei compiti 


 COSA NON FARE

- colpevolizzare il bambino rispetto al suo problema

- avere aspettative negative sul raggiungimento di risultati positivi 

- rimproverarlo continuamente rispetto ai tempi lunghi che necessita per lo svolgimento dei compiti
- paragoni con altri compagni

- accusare il bambino di non capire e di continuare a fare errori 

Con questo tipo di interventi si mina l'autostima del ragazzo causandogli ansia di prestazione, demotivazione all'apprendimento, perdita di fiducia in se stesso, aggressività e depressione. 

Alcune volte il bambino può arrivare a sviluppare disturbi della condotta. 

La mancanza di autostima induce nel bambino un forte vissuto di frustrazione che puo' aggravare ulteriormente il problema della dislessia. 

Si crea infatti quel circolo vizioso che insegnanti ed esperti conoscono così bene tra il disturbo di apprendimento del bambino e le difficoltà emotivo-relazionali che si sviluppano su tale problema.

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